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  • Gilda Di Nardo

La vita che non viviamo...


A volte può sembrare che la vita degli altri sia sempre più facile della nostra, a volte pur riconoscendo invece il contrario, dobbiamo fare i conti con un senso di fatica o difficoltà che avvertiamo ad ogni nostro passo, con gli ostacoli che ci sembra di trovare dappertutto. Il punto, a me, sembra essere che in tutto questo confrontarci agli altri o rinchiuderci in un'ottica di negatività ( che pur talvolta descrive la realtà che viviamo oggettivamente, perchè, è vero, a volte la vita ci rema contro) ci perdiamo di vista la dimensione della possibilità e della leggerezza, perdiamo di vista la nostra propria vita intesa nel senso più ampio del termine. Forse a volte si parte dall'illusione che la vita sia facile, mentre la vita è difficile (per alcuni certo più che per altri) ma se si perde il senso di autenticità, se si ragiona solo sul confronto perdendosi il senso delle piccole cose, dei propri spazi anche di gioia, di divertimento e di cura di sè si finisce davvero col non vivere la propria vita. Lascio alle parole di Carl Gustav Jung, uno dei padri della psicologia, alcune considerazioni sulla vita non vissuta:

"Ogni vita non vissuta accumula rancore verso di noi, dentro di noi: moltiplica le presenze ostili. Così diventiamo spietati con noi stessi e con gli altri. Intorno a noi non vediamo che lotta, cediamo e soccombiamo alle perfide lusinghe dell’invidia. Si dice bene che l’invidia accechi il nostro sguardo, è saturo delle vite degli altri e noi scompariamo dal nostro orizzonte. La vita che è stata perduta, all’ultimo, mi si rivolterà contro. La vita non può essere, in alcun modo, pura rassegnazione e malinconica contemplazione del passato. E’ nostro compito cercare quel significato che ci permette ogni volta di continuare a vivere o di rispondere, a ogni passo, del nostro cammino. Tutti siamo chiamati a portare a compimento la nostra vita meglio che possiamo". (Carl Gustav Jung)

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