Affido alle parole di uno dei padri della psicologia una profonda riflessione sul senso della vita e sulla vita non vissuta:
"Ogni vita non vissuta accumula rancore verso di noi, dentro di noi: moltiplica le presenze ostili. Così diventiamo spietati con noi stessi e con gli altri. Intorno a noi non vediamo che lotta, cediamo e soccombiamo alle perfide lusinghe dell’invidia. Si dice bene che l’invidia accechi il nostro sguardo, è saturo delle vite degli altri e noi scompariamo dal nostro orizzonte. La vita che è stata perduta, all’ultimo, mi si rivolterà contro. La vita non può essere, in alcun modo, pura rassegnazione e malinconica contemplazione del passato. E’ nostro compito cercare quel significato che ci permette ogni volta di continuare a vivere o di rispondere, a ogni passo, del nostro cammino. Tutti siamo chiamati a portare a compimento la nostra vita meglio che possiamo".
(Carl Gustav Jung)