"Il primo passo non ti porta dove vuoi, ma ti sposta da dove sei" ( A.Jodorowsky)
Spesso, tra le persone che incontro a studio, mi imbatto nell'affermazione "Vorrei stare meglio, ma non so da dove cominciare". A volte questa è solo un'effettiva richiesta di aiuto traducibile in "Dammi qualche indicazione da seguire"; altre volte corrisponde piuttosto al racconto che la persona ha iniziato a raccontarsi da sola e volente o nolente è rimasta a sguazzare nel malessere scartando possibilità o ananalizzandone alcune all'infinito senza però provare qualche strada. Altre volte ancora, magari, l'affermare di non saper dove cominciare è una posizione assunta in seguito a vari tentativi falliti di mettersi sulla strada del benessere psicofisico e quindi l'immobilità e lo spaesamento derivano dalla paura di fallire nuovamente e magari in maniera più grave. Alcune persone poi, sentono ad esempio di aver già fatto tante cose per aiutarsi, eppure tutti i tentativi li hanno solo spostati un pò dal loro malessere ma in realtà la cosa li ha solo resi meno gravi agli occhi degli altri ma non meno disperati. Ciò che accomuna quasi sempre tutte queste persone, almeno nella mia esperienza, è innanzitutto un meccanismo tutto o nulla e in alcuni casi anche una forte ambivalenza verso il percorso di cura. Rispetto al primo fattore intendo il meccanismo per cui l'immaginario di queste persone è spesso corrotto dall'idea di dover risolvere tutto e subito oppure di non poter risolvere proprio nulla. Tutto e subito diventa una montagna insormontabile e la mancanza di speranza produce immobilità. Rispetto all'ambivalenza verso il percorso di cura (di psicoterapia o che la persona mette in atto da sola) la persona afferma di voler crescere, migliorare ma intimamente crede che non esistano possibilità effettive di farlo o che quelle che ha siano così faticose e rischiose che non è il caso di metterle in atto.
Rispetto al cominciare, è importante prendere in considerazione la citazione con cui ho iniziato il post, il primo passo non ti porta dove vuoi ma ti sposta da dove sei. Quando si afferma di voler cominciare si guarda infatti al punto di arrivo o di contro, talvolta, ci si mette in viaggio senza pensare davvero all'obiettivo principale e si intraprende così un viaggio sensa senso e magari nella direzione sbagliata. Se si vuole davvero cominciare, bisogna valutare se si è disposti davvero a prendersi cura di sè, se si è disposti a faticare ad oltranza per farlo, bisogna valutare le proprie energie e dosarle,bisogna stabilire delle "misure di sicurezza" e dei rituali di rassicurazione e bisogna monitorare i propri passi, provando anche e rendersi il viaggio più piacevole possibile. Molto spesso a ostacolare il cammino ci sono emozioni che non siamo in grado di esprimere, situazioni che temiamo di cambiare, equilibri che inconsapevolmente non vogliamo cambiare. Ricordo di una persona venuta da me in un momento di forte crisi che si iniziava a riflettere anche nell'ambiente in cui viveva, completamente trascurato e caotico. Mi raccontava che non ce la faceva più a vedersi così e che anche casa sua iniziava a farle schifo, ma non sapeva da dove partire. Le chiesi se fosse disponibile a lavare almeno un bicchiere fino all'incontro successivo, mi guardò un pò spiazzata ma accettò. La volta successiva arrivò in seduta soddisfatta, perchè di contro a tanti tentativi di affrontare e raccontarsi il suo malessere, lavando quel bicchiere non solo aveva sentito che almeno qualcosa poteva fare ma aveva trovato la voglia di fare anche qualcosa in più ed aveva pulito tutta la zona cucina. Inoltre questo l'aveva fatta riflettere su come nella sua vita poteva fare qualcosa del genere, imponendosi ad esempio di uscire di casa almeno un'ora al giorno piuttosto che restare stesa sul letto a guardare il soffitto. Quel bicchiere, insomma, era stato per lei il primo passo per non guardare tutto il caos dentro e fuori di lei tutto insieme ma affrontarlo un passo alla volta. Il suo percorso non è stato tutto lineare e privo di difficoltà ma di certo questa persona non è più tornata indietro e si è ripresa dopo un pò di tempo la sua vita in mano. Quel bicchiere era stato il modo per lei di vedere in maniera chiara e d'impatto il meccanismo tutto o nulla con cui affrontava il suo malessere, fare qualsiasi cosa non era abbastanza per risolvere tutto e così non faceva nulla, ha poi compreso che iniziare a fare qualcosa non risolveva tutto ma la spostava da dov'era e la metteva in cammino verso la cura di sè.