Suggerimenti di lettura, non recensioni letterarie ma indicazioni su libri che, a mio modo di vedere le cose,al di là del genere e del fatto che mi siano piaciuti o meno, abbiano un valore terapeutico...
Innanzitutto c'è da dire che questo è un piccolo libricino adatto per il lettore che abbia voglia di muoversi tra psicologia, sociologia, antropologia e letteratura, se pur in maniera agevole e a tratti divertente.
Un titolo provocatorio che si sviluppa in un testo che può risultare sconcertante e confortante al contempo. In contrasto con la crescente tendenza a vendere ricette di felicità, l'autore, pensatore arguto e schietto, ci invita a non usare il paradigma della felicità e perfezione quanto piuttosto quella dell'infelicità: la vita non è felice e perfetta è già tanto riuscire a non procurarsi infelicità di troppo! E' un libro adatto quindi a chi è pronto ad accettare questa lettura della realtà oppure a chi voglia accettare la sfida dell'autore a cambiare paradigma. Il messaggio arriva chiaro e forte: non preoccupatevi di essere felici, accettate di essere infelici e cercate di esserlo nel miglior modo possibile; insomma la felicità è una chimera, inutile rincorrerla, più utile godere di quelle briciole di serenità e benessere che possiamo conquistarci giorno per giorno. Watlawick fornisce alcuni situazioni esemplicative ( sulle relazioni, l'amore ecc.) come a voler dare vere e proprie istruzioni al lettore che sicuramente attraverso le pagine di questo libricino si troverà a chiedersi che senso hanno le affermazioni e gli esempi dell'autore e poi improvvisamente a comprendere che a tante domande le risposte non ci sono, che le ricette della felicità non esistono e che accettare l'infelicità è l'inizio di un cammino di riscoperta di senso. Ci si potrà scoprire disturbati o folgorati da questa lettura, in questo il suo principale valore terapeutico.