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  • Gilda Di Nardo

Del troppo pensare e dintorni


Dato che mi piace scrivere e leggere, ho deciso che, di tanto in tanto, oltre i soliti post di argomenti di psicologia, posterò alcune citazioni come spunto di riflessione per chi si imbatte in queste pagine. Oggi la riflessione vuol essere sul troppo pensare.

A volte i nostri giorni possono divenire pesanti perchè non ci fermiamo a pensare, ci allontaniamo da noi stessi, perdiamo consapevolezza e oggettività. Ma tante altre volte i nostri pensieri divengono la gabbia in cui ci rinchiudiamo da soli. Lascio le parole a un brano di Jonathan Safran Foer tratto da “Molto forte, incredibilmente vicino” e mi limito a ricordare che se nel malessere siamo entrati dalla porta di ingresso dei nostri pensieri è tramite quella stessa porta che possiamo uscirne, si tratta di non restare fermi a guardare la maniglia.

«E il cuore mi va in pezzi, certo, in ogni momento di ogni giorno, in più pezzi di quanti compongano il mio cuore, non mi ero mai considerato di poche parole, tanto meno taciturno, anzi non avevo proprio mai pensato a tante cose, ed è cambiato tutto, la distanza che si è incuneata fra me e la mia felicità non era il mondo, non erano le bombe e le case in fiamme, ero io, il mio pensiero, il cancro di non lasciare mai la presa, l'ignoranza è forse una benedizione, non lo so, ma a pensare si soffre tanto, e ditemi, a cosa mi è servito pensare, in che grandioso luogo mi ha condotto il pensiero? Io penso, penso, penso, pensando sono uscito dalla felicità un milione di volte, e mai una volta che vi sia entrato».


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