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  • Gilda Di Nardo

Io e il mio riflesso...


(foto di Gilda Di Nardo)

Guardate questa foto qui sopra, notate qualcosa di insolito? Bene, l'originale è questa:

Come avrete capito la prima è una foto capovolta, eppure a prima vista pare non esserlo; ho scattato questa foto un giorno in cui, un po' appesantita dal lavoro, ho trovato qualche ora di libertà per una passeggiata in mezzo al verde, eppure pensieri, sensazioni degli ultimi colloqui faticavano a lasciarmi... Nel momento in cui l'ho scattata, riflettevo sul fatto che alcuni tra noi sembrano abituati a vivere nella prima dimensione: la loro vita è una foto al contrario, una dimensione che li rilfette per come sono, nel bene e nel male, ma in cui rischiano solo di sprofondare, immobilizzarsi nel fango o perdersi del tutto. Purtroppo alcuni tra noi per propensione, eventi di vita, traumi, sono così abituati all'irrequietezza, al dolore, alla tristezza o alla paralisi emotiva che non si soffermano a riflettere sul fatto che si sono abituati a vivere in un modo che può solo farli sprofondare sempre più spesso e più in basso; c'è poi da dire che alcuni se pure se ne rendono conto non riescono a credere che possa esserci altro per loro oppure si sentono così forti, speciali e stabili nel loro dolore che credono potenzialmente dannoso un passo nel noioso benessere. Mentre davanti a questo laghetto tutti questi pensieri affollavano la mia mente, ho guardato la foto nello schermo della macchina fotografica e devo dire che ha avuto su di me un effetto confortante... alcune persone sono solo una foto capovolta, il loro dolore, la loro irrequietezza non vanno ignorati, compatiti o stroncati, loro sono il loro dolore e la loro irrequietezza, bisogna solo accompagnarli a spostare tutto ciò in uno spazio di maggior respiro e luce, bisogna solo fargli guardare la foto ed aiutarli a imparare a girarla...


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