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  • Gilda Di Nardo

La nebbia lasciata dal bullismo.


Ho intitolato questo post " La nebbia lasciata dal bullismo" poichè se pure il termine bullismo è molto conosciuto, meno conosciuto è il fatto che le conseguenze del bullismo possono arrivare fino all'età adulta. A fare la differenza sono sicuramente una serie di fattori: tipo di esperienze subite, sotegno ricevuto,aver avuto la possibilità di raccontare, caratteristiche personali di resilienza, contesto in cui ci si ritrova a vivere, traumi subiti dopo il periodo in cui si è stati vittima, contesto in cui ci si ritrova a vivere. Molto spesso la persona che da bambino o ragazzo si è ritrovata coinvolta in episodi di bullismo da adulto avverte, appunto, come di muoversi nella nebbia, le sue emozioni sono come ovattate e può talvolta ritrovarsi immerso in sentimenti negativi che tuttavia non riesce a spiegarsi. Molto spesso questo avviene in soggetti che non hanno mai parlato di ciò che hanno vissuto e hanno trovato come unica soluzione la rottura col contesto bullizzante, con tutte le persone che possono ricordarlo, oltre che la fuga anche dagli stessi ricordi.

Gli effetti sociali, fisici e mentali negativi derivanti dall’essere vittima di bullismo non sono infatti, purtroppo, confinati all’interno dell’età infantile ed adolescenziale, ma si possono riscontrare anche a parecchi anni di distanza, quando le vittime sono adulte. Allo stesso modo anche i bulli non sono indenni da danni diretti o indiretti derivanti dalle loro condotte bullizzanti, alcuni dovranno fare conto con il senso di colpa, altri si avvieranno a condotte delinquenziali, altri ancora magari avranno anche ruoli rilevanti e una vita regolare ma intesseranno probabilmente relazioni improntate al negativo e in alcuni casi abusanti.

Secondo ad esempio una ricerca condotta dal King College di Londra il bullismo è un fenomeno che implica conseguenze negative che vengono evidenziate in uno spazio di tempo anche di quarant’anni anni.La ricerca espone gli esiti di interviste effettuate ai genitori di 7771 bambini che fornivano informazioni sull’esposizione del loro figli al bullismo quando avevano un’età compresa tra 7 e 11 anni. I bambini sono stati poi osservati per i loro successivi quarant’anni fino al compimento dei cinquanta: i ricercatori hanno riscontrato che gli effetti delle prevaricazioni subite erano ancora visibili quattro decenni più tardi. I ricercatori hanno rilevato che gli effetti dannosi del bullismo erano presenti anche dopo che altri fattori erano stati presi in considerazione, in particolare: problemi emotivi e comportamentali, status socio-economico della famiglia e basso coinvolgimento dei genitori.

Mi limito a dare solo poche altre informazioni, poichè questo post vuole semplicemente informare coloro che hanno subito bullismo o le persone che vivono accanto a soggetti che l'hanno vissuto sul fatto che se ci si ritrova in stati d'animo depressivi, ansiosi, ipocondria, scatti di rabbia, autostima sempre più bassa, è probabile che non si è ancora metabolizzato il passato, soprattutto se non se ne è mai parlato con nessuno. Per anni e quasi sempre negli anni più importanti per lo sviluppo, la persona bullizzata si è sentita umiliata e impaurita, questo ha leso la sua autostima, ha provocato forte stress e quindi un 'eccessiva produzione di cortisolo con conseguente difficoltà di concentrazione, apprendimento ed organizzazione e se tutto ciò non ha avuto un contenimento adeguato può infastire l'adulto che pur si sente ormai lontano da quelle esperienze. La vulnerabilità è infatti la conseguenza diretta del bullismo psicologico: chi è stato vittima di bulli è sempre un po’ terrorizzato dalla possibilità di essere colpito, non solo fisicamente, quindi avrà grandi difficoltà a raccontare cosa ha subito. Si è cauti e diffidenti in principio, sempre sul ‘chi va là’ per evitare di essere nuovamente feriti. Come in ogni dolore forte, parlarne è l’ostacolo primario da superare per lasciarsi andare. Di contro le vittime di bullismo sono solitamente persone molto sensibili ed empatiche, pur apparendo magari chiuse o rigide, e sono le prime ad intervenire in difesa degli altri: quando vedono un bambino preso in giro o una discussione che sta prendendo una brutta piega tra gli adulti, con tanto di vessazioni, prendono le parti di chi sta subendo il torto e si mettono subito a disposizione. I problemi degli altri fanno stare male le vittime di bullismo, perché sono persone molto empatiche e capiscono immediatamente la portata di un dolore: chi è stato bullizzato sa ascoltare e partecipare, e condivide le sofferenze in maniera intensa e diretta. Certe parole, certe situazioni, certi toni di voce, ricorderanno però sempre alla vittima di bullismo ciò che ha passato, Un'altra delle conseguenze da adulto di chi è stato vittima di bullismo è sicuramente la paura del confronto: si teme di essere soverchiati da chi è più forte, scaltro e dominatore, e può approfittarsi della debolezza. Si rifugge soprattutto dai bulli adulti, che spesso si riconoscono da lontano per atteggiamenti e modi di fare e spesso nelle relazioni e discussioni si evita il conflitto. La gestione della rabbia è spesso un tema delicato per chi ha subito bullismo.

Chiudo qui, dando come indicazione quella di fare di tutto per dissolvere la nebbia, raccontare il passato in un contesto protetto ed accogliente come quello di una psicoterapia, può permettere all'adulto di liberarsi di tanti segreti, di tante cose mai dette e di smettere di vivere ancora e in parte in reazione a quanto è accaduto. Può sembrare doloroso ma è liberatorio e sopratutto può permettere a chi ha subito tante prevaricazioni di avere finalmente voce e rispetto, se il bambino non ha potuto averli è importante che l'adulto se li vada a prendere.

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